Bio
Mike Cooper, inizia la sua carriera musicale come chitarrista, cantante e autore di folk-blues, per poi diversificare il suo lavoro, includendo l’improvvisazione e la musica elettronica, le sonorizzazioni di film, la radio-art e le installazioni sonore.
Si dedica alla scrittura, come giornalista musicale e storico delle musiche e dei musicisti del Pacifico (è anche collezionista di camice hawaiane….); artista visivo e filmaker, compare in più di sessanta dischi.
Negli anni sessanta è stato il pioniere del cosidetto British Blues Boom, suonando con leggende quali Son House, Mississippi Fred McDowell, Bukka White, Howlin’ Wolf, John Lee Hooker e Jimmy Reed.
Il suo lp del 1969 Oh Really!? è acclamato come il migliore disco di blues acustico di quegli anni.
Nei primi anni settanta, Cooper è occupato a ridefinire il suo stile assorbendo modi dal free jazz, collaborando con musicisti e improvvisatori avant-garde quali i sudafricani Dudu Pakwana, Harry Miller, Louis Maholo e Mongezi Feza, e il sassofonista inglese Mike Osborne.
Produce i primissimi dischi di rogue folk, destinati ad ispirare (insieme all’opera di artisti come Roy Harper o The Incredible String Band) il recente boom del Free Folk negli Stati Uniti, con Thurston Moore, Jim O’rourke e la No-Neck Blues Band che confesseranno di essere fan dell’opera di Mike di quel periodo.
Alla fine del decennio, Mike comincia a sviluppare una carriera parallela nell’ambito della musica sperimentale, e collabora assiduamente con membri del London Musicians Collective, come Keith Rowe, David Toop, Steve Beresford, Max Eastley, Paul Burwell, Eddie Prevost.
Il suo gruppo The Recedents (con il leggendario sassofonista Lol Coxhill e il batterista Roger Turner) è ancora attivo in questi anni.
Nel 1987, insieme allo straordinario chitarrista slide francese Cyril Lefebvre, e incorporando i talenti di Lol Coxhill, Steve Beresford e Max Eastley, forma il gruppo Uptown Hawaiians, progetto dedicato ad un repertorio di musica hawaiana, exotica, e di altre musiche per chitarra lap-steel, riaffermando così la sua lunga passione per le culture del Pacifico.